lunedì 3 dicembre 2007
lunedì 5 novembre 2007
MEGLIO TARDI CHE MAI....erasmus 2007 BARCELONA
E' cominciata già da un bel pò....ormai sono qui dal 5 settembre, e visto che tutto sembra trascorrere molto velocemente....ho deciso di ricominciare a scrivere sul blog!!!soprattutto per fissare tutto quello che succede di bello (e di brutto) e che ora sembra veramente volare via alla velocità della luce...sia chiaro qui non è tutto rosa e fiori come si crede...però ne vale la pena!tra alti e bassi si accumula tanta energia e voglia di fare....quello stimolo in più che a roma è proprio faticoso trovare....
Vi presento quella che per un pò sarà la mia nuova famiglia..:)))
domenica 15 aprile 2007
INTRODUZIONE ALLA RIVOLUZIONE INFORMATICA IN ARCHITETTURA
CITTA'
E’ stato proprio nel tema della città che sono riuscita a “ricucire” tutte le tessere del mosaico che abbiamo trattato finora.
Alla nuova era dell’informazione corrisponde una città nuova, la città dell’informazione, dove spazio e tempo cambiano radicalmente significato e tendono al reciproco annullamento.
Nell’era digitale ci troviamo in una dimensione che relativizza lo spazio e, conseguentemente, il tempo. Una città in cui lo spazio esiste e non esiste è la città in cui convivono tanti mondi paralleli, dove compaiono passagi, spiragli, proiezioni e salti. Si afferma il concetto d’istantaneità che diventa concreto grazie a quello di rete; la compresenza delle differenti possibilità, la simultaneità dei processi: la città assomiglia sempre di più ad un grande sistema nervoso che analizza dati provenienti da diversi luoghi e distribuisce informazioni a molte sedi remote; un computer a grande scala che assume, trasmette, elabora informazioni. “Le reti diffondono, personalizzano, combinano e invocano processi complessi, stratificati e ibridi di vita e di progettazione. Insomma digitalizzano la realtà” (A. Saggio).
Forse siamo ancora lontani da un modello così articolato, ma non c’è dubbio sulla direzione da intraprendere. L’architettura nella città si rivela attraverso il sistema del DRIVING FORCE: il progetto diventa combinazione delle diverse attività, si tramuta in una grande infrastruttura che annulla la “tipologia” pur seguendo la volontà precisa di arrivare a una prefigurata caratterizzazione contestualizzata. Ma come sarebbe ipotizzabile tutto questo senza la nascita delle nuove tecniche che simulano la complessità nell’elaborazione dei progetti? O ancora come sarebbe possibile pensare a edifici “vivi” e reagenti senza la strutturazione di un nuovo paesaggio mentale basatoi sulle INTERCONNESIONI dinamiche?
venerdì 30 marzo 2007
L'INFORMAZIONE MARSUPIALE
COMMENTO ALLA LEZIONE 4
Siamo a Venezia, alla Biennale di Architettura del 2006, nel padiglione italiano: si pensa alla fondazione di una nuova città, VEMA.
Nell'area sacra della città terra e architettura sono radicate e strettamente connesse. Tanti livelli complessi e intrecciati in cui compare una griglia ordinatrice dove trovano sistemazione gli spazi necessari alle 7 religioni fondamentali (Cristianesimo, Confucianesimo, Bddismo, Induismo, Giudaismi, Islamismo, Taoismo). Ogni culto si distingue e si avvalora nel suo singolo ma, allo stesso tempo, trae forza dalla reciprocità con gli altri. E come se la lo stesso intreccio tra architettura e terra, la loro unione-fusione, sia proprio dovuta alla compresenza del sacro in ognuna di esse mantenendole unite......ma distinguibili.
La posizione di ogni spazio sacro non è casuale: interagisce con la luce, con la profondità, con l'energia. Ma soprattutto rappresenta, spiega o interroga: è lo spazio del cristianesimo a riunire...o a dividere?
Un'intenzione chiara, un messagio forte.
Il nesso FORMA-FUNZIONE si è spezzato: oggi un prodotto dell'era informatica, la terza "onda", simboleggia, monumentalizza, racconta qualcosa che vorremmo in futuro e che forse oggi ci spaventa, ma allo sesso tempo cela cose che forse non tutti possono-vogliono capire.
GEHRY AL CINEMA
sabato 24 marzo 2007
STEFANIA CARAVELLI
....e comincia a vivere il mio BLOG........
COMMENTO LEZIONE 2-2007
Questa foto è stata scattata al di sotto della rampa elicoidale del complesso del lingotto: ho scelto di riportarla perchè questo è stato uno dei simboli dell'italia del primo ventennio che aspirava alla MODERNITA' (sia in senso storico-cronologico che nel senso più generale di ROTTURA "atemporale"). "La rampa, collegando i vari piani di lavorazione, permetteva alle auto di accedere direttamente alla pista di collaudo, concludendo, all'interno stesso della fabbrica, il ciclo completo della lavorazione".
-Vedi la storia completa del Lingotto alla pagina di Wikipedia
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